Fotografare un evento come Lucca Comics non è un’impresa facile. Le tipologie di foto alle quali la manifestazione lucchese si presta sono molteplici e vanno dalla “street photography” fino al ritratto ambientato.

Ritratto Lucca
Il primo passo è quello di scegliere uno schema e restare il più possibile fedele ad esso. Personalmente, non ci riesco MAI. Ed è certamente una mia mancanza. Ma diciamo che di solito mi soffermo sul ritratto o sul ritratto ambientato. La differenza principale fra questi due è che nel secondo caso l’ambiente che circonda il soggetto diventa funzionale e quindi parte integrante del ritratto e non si traduce in un mero primo o primissimo piano del viso senza dettagli dello sfondo.

Fra i motivi che giustificano la scelta del ritratto vi è anche che, in una manifestazione come Lucca Comics, i personaggi presenti e i contesti nei quali essi si possono trovare sono fra i più disparati e quindi diventa difficilissimo sviluppare un particolare “tema”. Più volte mi sono riproposto di provarci ed ogni volta, giunto sul posto, mi sono accorto di come ciò sia improbabile. E’ altrattanto vero che, recandosi a Lucca ogni anno, dopo tre o quattro edizioni si riesce ad estrapolare, da tutti gli scatti, quelli necessari alla composizione di un portfolio discreto. Ma questo è un altro genere di problematica che tratteremo più avanti, con altri articoli. Passiamo alla pratica.


La difficoltà principale è rappresentata dalla folla. Le migliaia di persone che si riversano fra le strade di Lucca durante l’evento non permettono in quasi nessuna occasione di isolare il soggetto, facendoci arrabbiare non poco nel momento in cui ci accorgiamo che quel bel ritratto a Sailor Moon è stato rovinato dalla presenza di “teste” e di personaggi dietro le spalle. Vediamo un esempio di foto di questo genere (click per ingrandire) .

ritratto_lucca_1

Questo che vedete è lo scatto così come convertito dal RAW originale. Nessun ritaglio. E’ evidente la mia intenzione iniziale di escludere le teste dei passanti sullo sfondo stringendo il più possibile sul soggetto. Anche troppo, da un certo punto di vista (le spalle meritavano un po’ più di respiro, considerando che il costume in questi casi è molto importante). Purtroppo la volontà di non perdere la luce particolare presente sul volto in quel momento non mi ha consentito di spostarmi dalla mia posizione. Un altro elemento che me lo ha impedito è il fatto che questi personaggi si trovano spesso lungo le strade della città, e i più “ricercati” fra loro vengono fermati di frequente da un fotografo o da un’orda di fan, e in molti casi è facile leggere sul loro volto stanchezza e stress. Ove possibile ci si sofferma anche diversi minuti. In altri casi vi è concesso il tempo di due scatti veloci, non di più.

Non potete certamente far impazzire le persone mettendovi a giocare con le impostazioni della macchina.
Per questa ragione il consiglio è di tenere la camera pronta sulle impostazioni che più si “sposano” con la situazione. Se state camminando in pieno sole, al centro di una piazza, ed improvvisamente svoltate all’interno di una via costeggiata da palazzine alte, ricordate di tenere conto dell’abbassamento improvviso di luminosità della scena. Aprire di uno stop o due il diaframma o alzare di uno stop o due gli ISO, a seconda dei casi, vi garantirà un buon margine di sicurezza. In caso contrario potreste accorgervi che il tempo di scatto è troppo lento solo un secondo prima di scattare la foto decisiva.
Dovete in pratica avere sempre la consapevolezza delle impostazioni che avete lasciato in macchina. Sempre. L’esercizio costante vi aiuterà in questo senso. Se spostate per una qualsiasi ragione la modalità di scatto della vostra macchina da “priorità di diaframma” a “priorità di tempo” è obbligatorio che ve ne ricordiate o il prossimo ritratto che scatterete potrà essere ad 1/15 sec. Ovvero: certamente mosso.


I modi per evitare che i nostri ritratti risultino pessimi ci sono. E consistono in tre metodi principali. Il primo, che è il più ovvio ed il più semplice, è quello di sfruttare la folla dello sfondo come parte integrante della fotografia. Aprendo il più possibile il diaframma (ed avendo una lente che vi permette aperture almeno di f/2.8) potete sfocare molto lo sfondo, concentrando l’attenzione sul soggetto principale e dando alle persone che sono dietro un ruolo assimilabile a quello di un fondale colorato. I passanti ci sono, si vedono, ma sono indefiniti e non infastidiscono più di tanto. Oltre al fatto che “provano” il fatto che tale foto è stata fatta all’interno di un contesto affollato. Siete pur sempre ad un evento pubblico e la cosa non deve essere celata, ma semmai sfruttata a vostro vantaggio. Vediamo un esempio:

La principessa Mononoke
In questo caso il ritratto si compone in un mezzobusto lungo e gioca il suo interesse più sullo sguardo della modella, valorizzato dai segni rossi sul viso e sulla diagonale data dal bastone che regge in mano.

Le persone dietro di lei sono distinguibili ma, appunto, rientrano nella comune “folla” e sono stati messi fuori fuoco da un diaframma molto aperto (f/2.0). Ciò che disturba è, nel caso, il colore troppo accesso della passante immediatamente dietro le spalle della nostra principessa Mononoke.

Qui la colpa è del fotografo (e quindi del sottoscritto) il quale doveva far caso anche a questo genere di dettagli. Non sempre è possibile evitarlo e non sempre ve ne ricorderete.

Il secondo metodo consiste nell’abbassare il punto di ripresa. Chinandoci e riprendendo dal basso verso l’alto i nostri soggetti tenderemo a farli stagliare sui palazzi o sul cielo, lasciando le teste dei passanti o nella parte bassa del fotogramma o addirittura fuori da esso.

Ritratto dal basso
50mm - ISO500 - f/3.2 - 1/1250 sec

In questi casi per portare a casa il risultato dovete tenere presente anche ciò che la vostra lente vi permette di fare. In questa foto il 50 mm fisso ha impedito ogni genere di distorsione, ma è facile lasciarsi prendere la mano da un ottica che tende al grandangolare e che magari presenta una distorsione alle focali minime decisamente accentuata. Riprendendo poi da così vicino il soggetto ci vuole ben poco a dare al viso il tipico effetto a barilotto (per intenderci quello che si vede, anche se in forma molto più accentuata, quando guardiamo dallo spioncino del portone di un appartamento). E’ anche facilmente intuibile come non si possano portare via 100 ritratti tutti eseguiti dal basso per non rischiare la monotonia. Ed è qui che ci viene incontro ilterzo metodo. Pur in una situazione di caos e folla come Lucca Comics, la vostra abilità sta anche nel cercare tutti quegli spazi e quei momenti dove il soggetto risulterà isolato o all’interno di un contesto ideale per essere fotografato da voi. Lucca è piena di angoli liberi, di muri, pannelli, siepi e altri sfondi da sfruttare. Senza contare che, passeggiando sopra le mura, la folla era quasi assente e si potevano incontrare personaggi del cosplay che si riposavano o che cercavano appositamente uno spazio dove poter essere fotografati in  modo adeguato. Un esempio per tutti la ragazza con la mantella rossa.

Cappuccio
Certo, se la vostra macchina vi permette di arrivare ad 1/8000 sec, questo vi permette anche di fare cose assurde come aprire il diaframma ad 1.8 in pieno sole a 125 ISO, come in questo caso. In qualsiasi altro caso non me la sarei sentita di consigliarvi una coppia tempo-diaframma tanto estrema, ma la piacevolezza dello sfocato del 50 mm fisso, in questo caso è stata appositamente ricercata. Ho deciso volutamente di perdere leggermente in nitidezza a favore del bokeh. (tutte le lenti, o quasi, infatti risultano piu “morbide” alla massima apertura, ma anche questo argomento sarà trattato in futuro, non temete). La bellissima modella e la location hanno fatto il resto. In questo preciso punto delle mura di Lucca, inoltre, vi era una luce molto forte che infastidiva non poco la nostra modella improvvisata, e questo ha resto il tutto più difficile. Purtroppo non stava posando per me, in quel momento, ma per un alto fotografo, e quindi ho preferito non impicciarmi, limitandomi a rubare qualche scatto. Una posizione più adatta sarebbe stata sotto le fronde degli alberi, dove la luce arrivava attenuata e giocava anche dei riflessi interessanti sul volto delle ragazze. In un modo o nell’altro un risultato c’è stato, ed è già qualcosa.

Quanto detto nella pagina precedente è utile per capire almeno un paio di cose: i piedi sono il miglior mezzo di locomozione di cui disponete, in questi casi, e dovete sfruttarli fino in fondo, spostandovi di centinaia di metri e percorrendo diversi Km, se necessario. Per poter cercare nuovi punti di vista, nuovi sfondi, nuovi modi di vedere la stessa cosa. Inoltre, e questa è una regola che vale sempre e che ci sentirete ripetere più volte, sappiate che da un evento del genere dovete aspettarvi un numero di foto davvero buone variabile fra 2 e 5 a seconda di quante occasioni vi si saranno presentate. Ci saranno poi 10/20 scatti che potrete considerare “ben eseguiti” e che potranno servirvi per una futura presentazione o per completare un portfolio. Se avete una macchina digitale e non avete paura di scattare per sprecare batteria, probabilmente da un evento come Lucca Comics trarrete cento o duecento foto se non di più. A pellicola, anche se qui la cosa si fa ancor più soggetiva, due o tre rulli da 36. La prospettiva di riuscire a salvare da tutto ciò circa una ventina di scatti  può non sembrarvi esaltante, ma è la dura realtà

Fate perciò una spietata selezione (vi aiuteremo anche in questo, in futuro) e tornate a leggerci.