La macchina fotografica è l’elemento essenziale che ci permette di praticare la nostra passione. Senza, non potremmo fissare su carta (o su bit) ciò che vediamo e che vogliamo trasmettere ad altri. La scelta della macchina fotografica più adatta alle nostre esigenze è, ovviamente, la cosa più importante, sia per i fotoamatori evoluti, sia per chi si avvicina per la prima volta a questa arte.

Con questa serie di articoli cercheremo di fornire i migliori consigli per poter ricercare la soluzione ottimale, non limitandoci ad indicare i modelli che risultano più adatti per una determinata tipologia di utenza, ma cercando di spiegare le varie componenti che devono essere tenute in considerazione quando ci accingiamo ad acquistare la macchina dei nostri sogni.

Tutti noi sognamo di poterci costruire la nostra macchina ideale. Purtroppo dobbiamo adattarci a quel che c'è.
In passato, quando ancora la fotografia comportava l’impressione di una pellicola sensibile alla luce, la scelta della macchina fotografica era di gran lunga più semplice. Oggi, invece, ci troviamo ad avere decine di parametri da valutare, poiché anche un piccolo particolare può fare una grande differenza.

La prima e fondamentale scelta è il tipo di macchina da acquistare. Le categorie principali sono 2, ovvero le compatte (più o meno evolute) e le reflex (includendo in questa categoria anche le micro-QuattroTerzi).

Le prime sono ovviamente più piccole e discrete, hanno prestazioni buone con una luce sufficiente, un’alta risoluzione e la possibilità di registrare rudimentali video.

La comodità ovviamente va a scapito della qualità dell’immagine, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità, sono dotate di flash a bassa potenza e situato in una posizione poco utile e soprattutto, non consentono il cambio degli obiettivi.

Le seconde sono il meglio che un fotoamatore possa desiderare. Permettono, innanzitutto,  di cambiare le ottiche per adattarsi alle varie tipologie di foto, garantiscono un’alta qualità di immagine sia con molta che con poca luce, hanno la possibilità di scattare “raffiche” di fotografie in sequenza nell’arco di un secondo ed hanno sistemi di messa a fuoco elettronica all’avanguardia. Per contro hanno dimensioni e peso più elevati, tanto che, spesso, si evita di portarle con se in ogni occasione.

Tra queste due categorie possiamo però trovare dei punti d’incontro. Le compatte più evolute (o bridge, chiamate così perché fanno da ponte tra le due categorie) hanno dimensioni e peso importanti, ma permettono prestazioni più elevate della media della categoria. Come prezzo si avvicinano alle reflex entrylevel, che però sono leggermente più voluminose e pesanti ma hanno in ogni caso una qualità superiore ed il fondamentale vantaggio di poter cambiare la lente.
Se dunque il fattore prezzo si rivela una variabile importante e, per certi versi, imprescindibile, è al contempo necessario comprendere appieno le proprie esigenze.


Questa è una vera compatta!Le macchine compatte possiedono un sensore di dimensione più piccolo rispetto alle reflex. Questo comporta vantaggi e svantaggi. La possibilità di raggiungere escursioni focali elevate (i famosi “Zoom 10x”, ed oltre) con ottiche di piccole dimensioni vengono ripagati con scarse prestazioni ad alti ISO (quindi in condizioni di poca luce), accentuate dalla risoluzione del sensore sempre più elevata imposto più da scelte di marketing che tecniche.
Le risoluzioni più diffuse, per queste macchine, si aggirano attuamente tra gli 8 ed i 12 MPixel, molto più di quanto un qualsiasi fotoamatore possa utilizzare, considerando che per la maggior parte degli utilizzi si stamperanno fotografie di 10×15 o 12x18cm sebbene queste risoluzioni permettano di stampare anche in formato 30×40 senza problemi.
Al contrario, sarebbe auspicabile un numero di pixel ridotto, ma prestazioni ad alti ISO migliori. Purtroppo come già abbiamo accennato, il marketing impone “Megapixel” a volontà. Per questa ragione, di solito, le compatte non sono molto adatte per chi vuole fare della fotografia una passione quotidiana.

Anche la gestione dei parametri di scatto è molto varia. La maggior parte dei modelli è quasi totalmente automatica, non permette di selezionare l’apertura del diaframma, il tempo di scatto o la sensibilità ISO. Al massimo consentono di scegliere tra le varie modalità preimpostate, che utilizzeranno le combinazioni di esposizione più adatte al soggetto.

Ma che bello zoom...
La messa a fuoco automatica è solitamente di tipo a contrasto, meno efficiente e veloce di quella a rilevamento di fase. Le prestazioni di questo tipo di autofocus sono quindi solo sufficienti con buona luce, ma diventano pessime se non aiutate da un lampo flash con una bassa luminosità ambientale.

L’ottica di queste macchine non è intercambiabile, quindi è necessario valutarla come parametro fondamentale nella scelta della macchina. Vi rimandiamo dunque a questo articolo per capire come scegliere al meglio gli obiettivi delle varie macchine.
Quasi tutte le compatte, infine, permettono di girare filmati con audio, di bassa qualità. Se questo può rivelarsi utile al compleanno di vostro figlio/cugino/nipote, non comporta grossi svantaggi sotto altri fronti. Potete quindi considerarlo come un parametro non fondamentale, anche se utile.
Un gradino sopra le normali compatte sono le macchine leggermente più evolute. Queste consentono di solito di configurare i parametri di scatto in modo manuale, hanno prestazioni ottiche migliori ed obiettivi più luminosi. A volte permettono di scattare in RAW ( il cosidetto “negativo digitale”), consentendo quindi una più efficace elaborazione al computer nella fase successiva. Le dimensioni sono sostanzialmente le stesse di tutte le altre compatte, anche se il costo è ovviamente più elevato.

Se vi sembra una reflex, ci siete andati vicino. La bridge fanno infatti da "ponte" tra le reflex e le compatte.

L’ultima fascia è quella delle cosiddette bridge, o compatte evolute. Queste macchine sono più grandi ed ingombranti delle solite compatte. Hanno quasi sempre un sensore più grande ed efficiente, grazie alla risoluzione non troppo elevata. Permettono di scattare anche con sensibilità ISO relativamente elevate, senza troppa perdita di dettaglio o presenza di rumore. Hanno ottiche di maggior pregio, più luminose, anche se non sempre dalla grande escursione. Il costo di questi modelli è abbastanza elevato, spesso superiore ai modelli reflex più economici. Per questo, e per il fattore peso, non sono molto consigliate, a meno di specifici utilizzi: se infatti compiete lunghe escursioni, anche solamente 100g di peso possono fare la differenza. Una compatta evoluta, in questo caso, permette di avere una buona qualità in dimensioni più compatte ed un poco di peso in meno.
Ricapitolando, le macchine compatte hanno un’ottima risoluzione ma una qualità non sempre elevata. Sono la soluzione migliore per avere sempre con se una macchina fotografica, ma mostrano ben presto i propri limiti. Le bridge invece hanno prestazioni maggiori ma dimensioni non così “compatte”, costituendo una soluzione poco efficace in confronto alle relfex entry-level.


La fascia di prezzo delle compatte è molto ampia, quindi non faticherete a trovare quella che rientra nel vostro budget.

Il sensore usato sulle compatte è quello sulla destra. Quello sulla sinistra è invece il Foveon X3, che è grande poco meno di un sensore APS-C. Non abbiamo messo il sensore FullFrame per pietà.

Il sensore è un altro elemento che riveste un’importanza elevata.  La risoluzione, però, non dev’essere una priorità: già con “solo” 6 Mpixel potrete stampare fotografie anche molto grandi. Il problema, in questo caso, è che difficilmente si trovano macchine di alta qualità con risoluzione ridotta, per i già citati motivi di marketing. Dovrete a questo punto individuare la macchina migliore, sotto gli altri punti di vista, ma che contenga il minor numero di pixel. In questo contesto, alcune macchine sono dotate di un sensore leggermente più grande, anche se non quanto quello di una reflex. Queste macchine, pur con una risoluzione pari alle altre, traggono vantaggio dai pixel più grandi (proprio per la maggiore dimensione del sensore), garantendo quindi prestazioni migliori. La maggior parte delle compatte monta un sensore da 1/2,7”-1/2,3”, mentre le più performanti sono dotate di un più grande elemento sensibile da 1/1,8”-1/1,7”. Risulta quindi ovvio che, a parità di prezzo e prestazioni, sia da preferire un sensore più grande.

La sensibilità ISO viene oggi pubblicizzata in modo evidente anche su queste fotocamere. Data la piccola dimensione del sensore, però, parlare di 1600, 3200 o addirittura 6400 ISO è del tutto inutile. Già a 800 ISO, infatti, il “rumore” rende quasi inutilizzabile la foto, causando una notevole perdita di dettaglio e di gamma dinamica. In ogni caso, quindi, non consideratela come parametro fondamentale.


Per quanto riguarda l’ottica, la maggior parte monta obiettivi con focale equivalente che parte da 28-31mm, quindi moderatamente grandangolare, solo pochi esemplari raggiungono i 24mm. Quasi tutti, invece, puntano molto sul numero di ingrandimenti, ovvero i famosi (o meglio famigerati) “Zoom ottici”, che in alcune macchine arrivano a 15X-20X ed oltre. La focale più lunga, di solito, raggiunge infatti almeno i 200mm, spesso anche molto oltre. Apparirà ovvia l’inutilità pratica di tali obiettivi dovranno essere utilizzati con tempi di scatto veloci, in quanto una macchina così piccola sarà facile preda delle vibrazioni. Inoltre la luminosità di queste lenti non è eccellente: nei casi migliori, si avrà un f/2.8 alla focale minima per raggiungere f/6 ed oltre al massimo dello zoom. A conti fatti, dunque, scegliete l’ottica con il minore “x” disponibile, che sia maggiormente luminosa (cosa importante data la bassa sensibilità di cui abbiamo parlato prima) e che disponga possibilmente di una focale grandangolare.

Obiettivo poco luminoso e flash piccolo e mal posizionato. Non troverete molto di meglio su una compatta.

Sempre più spesso viene reso disponibile un sistema di stabilizzazione, ma sinceratevi che sia di tipo ottico e non elettronico: questo tipo di sistema riduce le vibrazioni ed i movimenti non voluti ed è molto importante ed utile con ottiche lunghe e poco luminose.

Quasi tutti i modelli, inoltre, dispongono di un piccolo flash (mentre solo poche hanno la slitta per eventuali flash esterni): la scarse potenza e qualità di questi illuminatori li pongono al limite dell’inutilizzabilità. Se possono essere, talvolta, utili come flash di riempimento in ambienti chiusi ma illuminati, creeranno solo un effetto “sparaflashato” sul soggetto in circostanze di scatto con scarsa luminosità o buio. Purtroppo, in questi casi, c’è poca scelta.  Eì evidente che le piccole dimensioni di queste macchine non permettano di integrare flash adeguati che richiederebbero spazio e soprattutto peso per gli accumulatori.

Segue nella seconda parte.